Le tecnologie pulite, note anche come “clean tech“, rappresentano l’insieme di soluzioni, processi e prodotti studiati per ridurre o eliminare l’impatto ambientale negativo, ottimizzare l’uso delle risorse naturali e favorire uno sviluppo sostenibile. Questo settore in rapida espansione abbraccia energie rinnovabili, riciclo dei rifiuti, mobilità sostenibile, chimica verde e molte altre aree innovative.
Per affrontare le sfide derivanti dalla sostenibilità è indispensabile garantire trasparenza e tracciabilità lungo tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto. Solo così è possibile comprendere a fondo gli impatti ambientali e individuare eventuali rischi. In questo contesto, il Product Lifecycle Management (PLM) si rivela fondamentale, perché fornisce una base dati solida che permette decisioni informate e ottimizzazioni continue, sostenendo la progettazione di prodotti più ecocompatibili e vantaggiosi per aziende e società.
Questo approccio è importante perché le aziende di oggi devono confrontarsi con normative sempre più stringenti, che influenzano direttamente le strategie di sviluppo prodotto. Questi regolamenti, uniti alla crescente attenzione dei consumatori verso soluzioni eco-sostenibili, spingono le aziende a rivedere e a trasformare i loro modelli di business per integrare pratiche sostenibili.
Il concetto di sviluppo sostenibile, definito nel Rapporto Brundtland del 1987, impone di soddisfare le necessità del presente senza compromettere quelle delle future generazioni. La progettazione sostenibile, dunque, deve considerare tre dimensioni fondamentali: quella economica, che include materiali finanziari e modelli di business innovativi, quella ecologica, focalizzata sulla riduzione delle emissioni, l’impiego di materiali naturali, il riciclo e la gestione responsabile delle risorse e quella sociale, che integra principi etici, diritti umani e giustizia sul lavoro. In quest’ottica, già dal 1997 in Italia, è di particolare rilevanza la strategia “delle 5 R” legate all’economia circolare, ovvero Riduzione, Riciclo, Riutilizzo, Raccolta e Recupero, che permette un’adeguata gestione dei rifiuti, valorizzando a pieno il ciclo di vita dei prodotti e andando oltre una semplice visione ambientale o economica.
IL PLM: ENOVIA
Ogni prodotto attraversa diverse fasi, dall’ideazione alla progettazione, dalla produzione all’utilizzo fino allo smaltimento o all’eventuale riutilizzo. Si stima che l’80% dell’impatto ambientale sia definito nelle prime fasi di definizione di un progetto, in cui si delineano le scelte cruciali riguardanti i materiali e il design. Qui interviene ENOVIA, il PLM che attraverso una gestione strutturata di dati, documenti e informazioni, permette di monitorare e ottimizzare tutte le fasi del ciclo di vita. Con ENOVIA, i progettisti possono valutare, sin dalle prime fasi, tutte le soluzioni che migliorano l’efficienza energetica, riducono i rifiuti e facilitano la manutenzione, il riciclo o lo smontaggio dei componenti, ponendo così le basi per uno sviluppo sostenibile.

Parallelamente, la valutazione del ciclo di vita (LCA, Life Cycle Assessment) gioca un ruolo chiave. Secondo la norma DIN EN ISO 14044, una LCA analizza i flussi di input e output, misurando i potenziali impatti ambientali lungo l’intero ciclo di vita di un prodotto. Grazie a banche dati ambientali strutturate, come ad esempio GaBi, ecoinvent e ProBas, e alle informazioni raccolte dai sistemi PLM come ENOVIA, è possibile quantificare il consumo di risorse e le emissioni, individuando gli eventuali margini di miglioramento e adattando il progetto in base a dati concreti e non più a supposizioni empiriche.
La distinta base
La distinta base (BOM, Bill of Materials), ovvero la struttura del prodotto gestita dal PLM, rappresenta un documento completo che elenca ogni componente e materiale impiegato. In ENOVIA esiste la possibilità di gestire in modo integrato diversi tipi di distinta, come ad esempio la EBOM e la MBOM. Una EBOM (Engineering BOM) si concentra sugli aspetti progettuali e ingegneristici, descrivendo nel dettaglio la progettazione di un prodotto e tipicamente viene generata dal CAD. Una MBOM (Manufacturing BOM) descrive invece i componenti e i processi necessari per la fabbricazione del prodotto.

Questi strumenti, opportunamente legati e integrati tra loro, permettono di valutare in modo accurato gli impatti ambientali, calcolando ad esempio gli equivalenti di CO₂ e H₂O, e diventano quindi utili per orientare le scelte relative alla selezione dei materiali e alla scelta dei fornitori, garantendo così una progettazione sempre più eco-compatibile. È altresì essenziale che i materiali e le sostanze utilizzati rispettino le normative vigenti. La gestione accurata dei dati in una distinta base permette di verificare la conformità dei componenti alle leggi e agli standard internazionali e di soddisfare i requisiti imposti dai mercati e dai clienti. Un sistema PLM ben strutturato come ENOVIA favorisce non solo la gestione tecnica e documentale, ma anche l’implementazione efficace della conformità, assicurando prodotti sicuri e rispettosi dell’ambiente.
Il passaporto digitale del prodotto
Nel contesto dell’economia circolare, la trasparenza sulle proprietà dei materiali e dei prodotti diventa ancora più strategica. Spesso, però, le informazioni possono andare perse lungo la supply chain (catena del valore) a causa di formati o tecnologie non compatibili. Il Passaporto Digitale di Prodotto (DDP, Digital Product Passport), è un documento digitale che raccoglie e rende accessibili informazioni dettagliate sul ciclo di vita di un prodotto, dalla produzione allo smaltimento. Questo strumento è fondamentale per promuovere la sostenibilità e l’economia circolare, fornendo trasparenza e tracciabilità lungo l’intera catena del valore

Il Passaporto Digitale di Prodotto diventa quindi uno strumento essenziale per raccogliere e centralizzare tutte le informazioni rilevanti, offrendo una solida base dati per la rendicontazione delle emissioni e per il monitoraggio dell’impatto ambientale. Le soluzioni basate su un gemello digitale standardizzato facilitano inoltre lo scambio di modelli e di dati tra i vari attori di tutta la filiera.
Conclusioni
In sintesi, il PLM ENOVIA si configura come una pietra miliare nella progettazione sostenibile, perché consente una visione olistica del ciclo di vita del prodotto, permettendo di identificare precocemente gli impatti ambientali e di ridurre i rischi associati. La gestione delle conformità e l’uso di strumenti come l’LCA, integrati all’interno del sistema PLM, offrono alle aziende la possibilità di sviluppare prodotti che rispettino le normative e, allo stesso tempo, abbiano un impatto positivo sull’ambiente e sulla società. Questa sinergia tra gestione dei dati, normative e valutazioni d’impatto costituisce il passaggio fondamentale verso un futuro più sostenibile, dove innovazione e responsabilità vanno di pari passo.