Tutti conoscono Daikin, azienda leader nella produzione di condizionatori e impianti di raffreddamento. Non tutti sanno, però, che tra le decine di stabilimenti dislocati in tutto il mondo, uno dei fiori all’occhiello per la multinazionale giapponese è proprio quello situato in Italia.
Il sito produttivo di Ariccia (RM) è stato recentemente protagonista di un interessante reportage dal titolo “Quando il freddo è hi-tech”, realizzato da Luca Orlando de Il Sole 24 Ore. Vi invitiamo a guardarlo.
Qualità, ricerca, progettazione
Il gruppo Daikin richiede alle proprie filiali “un’attenzione maniacale verso la qualità del prodotto“, racconta Claudio Capozio (Chief Operating Officer – Daikin Applied Europe SPA). Si pensi che i diversi siti produttivi sono spesso in concorrenza tra loroper l’assegnazione delle commesse.
Grazie a un organico di circa 30 persone, in buona parte ingegneri, l’ufficio tecnico dello stabilimento italiano è in grado di sviluppare i progetti dei nuovi prodotti dall’inizio alla fine. Inoltre, come si può notare in alcune scene del reportage, l’azienda utilizza le soluzioni CAD SolidWorks per la progettazione, la simulazione e la gestione dei dati di progetto, fornite da Nuovamacut.
Leggi il nostro case study su Daikin Applied Europe per saperne di più.
La presenza di un centro di Ricerca&Sviluppo interno ha consentito allo stabilimento in questione di essere altamente competitivo ed eccellere nello sviluppo dei macchinari. Risiede qui, infatti, il più grande impianto di raffreddamento del mondo assemblato direttamente nel luogo di produzione.
Metodologie LEAN e flessibilità
Far parte di un gruppo multinazionale significa spesso ottenere maggiori risorse da investire a prescindere dalle condizione del mercato, ma significa anche abbracciare una certa cultura aziendale. L’approccio conosciuto come LEAN Manufacturing è nato in Giappone, è adottato dal gruppo Daikin e quindi anche dalla filiale in Italia.
La standardizzazione è alla base di quest’approccio, ma tale concetto è stato recepito in modo da poter convivere con quella flessibilità che caratterizza la produzione italiana. Il risultato è un modus operandi snello e vincente, soprattutto in un mercato dove, nonostante si operi in termini industriali, ogni prodotto è realizzato “su misura” per il cliente finale.