I fattori chiave per una carriera di successo nel mondo della progettazione meccanica sono sicuramente le competenze tecniche, la conoscenza e l’esperienza acquisita negli anni. Mentre l’esperienza chiaramente aumenta col trascorrere del tempo, gli altri aspetti che vengono valutati quando le aziende cercano persone da assumere, sono le hard skills, ovvero le abilità tecniche e le competenze, e le soft skills, ovvero le abilità e le capacità che appartengono più alla sfera personale e umana, rispetto a quella tecnica.
Nel mondo del lavoro di oggi, ciò che risulta evidente è che le aziende si stanno orientando a dar sempre più per scontate le abilità tecniche, le cosiddette hard skills, con una tendenza maggiore ad avere invece un focus sempre più marcato sull’individuazione delle soft skills.
Questo perché la differenza tra i due tipi di abilità richiesti è radicale e molto importante. Mentre le hard skills rappresentano una sorta di cassetta degli attrezzi di competenze tangibili e dimostrabili, le soft skills sono più difficili da valutare e definiscono aspetti caratteriali come la resilienza, la tenacia e la capacità di lavorare in squadra, fattori ritenuti ormai determinanti per la realizzazione professionale.
Le Hard skills più richieste per un progettista meccanico
L’elenco delle hard skills non può essere fisso ed univoco, perché ci sono troppe competenze rilevanti in svariati settori professionali diversi. Per agevolare il lavoro dei recruiter e dei responsabili delle risorse umane, il noto social network LinkedIn ha condotto una ricerca sulle hard skills attualmente più richieste nelle aziende. Di seguito riporto quelle che ritengo più attinenti al lavoro del progettista meccanico.
Competenze digitali
Le competenze digitali non sono una singola abilità, ma un insieme di competenze tecniche finalizzate all’utilizzo degli strumenti informatici nelle diverse aree di applicazione che utilizzano il computer e Internet come strumenti primari. Tra queste rientrano quindi anche le competenze software.
Le aziende, infatti, si aspettano che un progettista sia in grado di gestire in modo autonomo fin dal primo giorno alcuni software considerati ormai di base, come ad esempio la suite di Microsoft Office (Word, Excel, Outlook, Teams…). In più, è richiesta la conoscenza dei principali pacchetti applicativi orientati alla progettazione meccanica (CAD2D e CAD3D), alla gestione dati (PDM, PLM), alla simulazione (FEA), etc…
A seconda del settore, le aziende possono richiedere anche la conoscenza di strumenti più specialistici, come ad esempio programmi di editing grafico (Photoshop, InDesign) e sistemi di Content Management (WordPress, Typo3).
Analisi e interpretazione dei dati
L’analisi e l’interpretazione dei dati sono competenze che stanno prendendo piede negli ultimi anni. Questo perché la mole di dati associati ai progetti è sempre più grande e complessa e poterla gestire in modo strutturato è considerato un elemento fondamentale per poter compiere analisi di tipo statistico. I software di gestione dati aiutano tutti i dipendenti dell’azienda ad archiviare in modo strutturato le informazioni a corredo dei progetti, ma la capacità di estrarli ed aggregarli a seconda del bisogno, con una semplice tabella di Excel o con software di Business Intelligence più verticali, costituisce senza dubbio un plus a cui le aziende ormai difficilmente vogliono rinunciare.
Project management
Le capacità di project management sono richieste generalmente per posizioni manageriali, in cui viene chiesto di gestire determinati aspetti del lavoro, dei progetti e delle risorse in generale. Questa hard skill però consente di classificare le risorse in maniera efficiente e produttiva per concludere un progetto con esito positivo. La maggior parte delle aziende attribuisce molta importanza a questo ambito, in particolare quando il lavoro è orientato al progetto. Per questo, nel caso di aziende meno strutturate che però progettano prodotti complessi, anche ad un progettista che lavora in team può essere richiesto un minimo di competenza di project management.
Change Management
Il Change Management è la capacità di sviluppare nuove strategie, sistemi o processi, per cambiare e ridefinire una particolare funzione che non opera correttamente e che pertanto può essere ottimizzata. Questa competenza può essere applicata anche al lavoro del progettista (change action), in particolare quando si tratta di revisionare un prodotto per correggerne difetti e renderlo migliore o più funzionale, ma è utile anche se si desidera riorganizzare un team rivedendo alcune regole, come la divisione del lavoro ed il relativo flusso operativo.
Conoscenze linguistiche
Al giorno d’oggi, in tutti i settori industriali è fondamentale avere una buona conoscenza almeno dell’inglese, oltre che della propria lingua madre. Anche se l’azienda è italiana e le sedi operative sono in Italia, non si può prescindere dalla conoscenza dell’inglese, perché non tutti i fornitori potrebbero essere italiani e potrebbe capitare inoltre di dover consultare testi o video formativi ed informativi in lingua inglese. Non conoscere l’inglese, potrebbe significare di non essere in grado di comunicare con i propri interlocutori, o di non riuscire a rimanere aggiornati, handicap importanti che spesso possono pregiudicare il proprio lavoro ed un eventuale avanzamento di carriera.
Coaching
Sembra una banalità, ma anche il coaching è una competenza sempre più ricercata. Le competenze sono importanti, ma altrettanto importante è la capacità di trasmettere tali competenze agli altri. Questo aspetto agevola una distribuzione delle competenze più omogenea che aiuti a bilanciare il carico del lavoro tra tutti i colleghi, ma diventa un aspetto fondamentale nelle aziende ad elevato turn-over, per aiutare i nuovi colleghi ad inserirsi nel minor tempo possibile.
Le Soft skills più richieste per un progettista meccanico
Al di là delle competenze tecniche, le aziende chiedono anche particolari soft skills, ovvero le attitudini personali che permettono di integrarsi con i colleghi, di lavorare bene e con soddisfazione e di portare valore a sé e all’azienda. Per soft skills, o competenze trasversali, si intendono quindi i tratti del carattere, le capacità personali e le abilità che consentono di comunicare empaticamente con gli altri, capendone le emozioni e i sentimenti. Contrariamente alle hard skills, sono più difficili da acquisire, almeno in modo convenzionale e pertanto sono anche più difficili da valutare.
L’importanza delle soft skills nel contesto lavorativo è fortemente influenzata dal fatto che non siamo tutti uguali, quindi, ogni individuo ha le proprie soft skills che spesso fanno parte del suo bagaglio genetico. Una hard skill, infatti, per quanto complessa, può essere insegnata, mentre una soft skill difficilmente può essere studiata e per maturarne una, bisogna lavorare a lungo sulle proprie attitudini personali.
Naturalmente anche tra le soft skills ci sono quelle più apprezzate e ricercate dalle aziende. Secondo il noto social network LinkedIn, nella graduatoria delle competenze più richieste troviamo, ad esempio, la resilienza e la capacità di adattamento, la creatività, le capacità collaborative e l’intelligenza emotiva.
Quindi la capacità di automotivarsi, la curiosità, la flessibilità, la capacità di ascolto e comunicazione, sono le principali doti personali che possono fare la differenza. In più viene sempre più apprezzato anche il senso di responsabilità personale, necessario ad affrontare gli incarichi con maturità e autodeterminazione.
Conclusioni
Il lavoro del progettista non è composto solamente da attività da eseguire meccanicamente, ma è composto anche da una serie di aspetti più intangibili e complessi. Quindi va bene investire il tempo nell’accrescere le proprie conoscenze tecniche, ma anche il percorso di crescita interiore deve essere altrettanto importante.
Questo perché il mercato, e di conseguenza il mondo del lavoro, devono adeguarsi a cambiamenti sempre più veloci, spesso radicali, e in questo contesto le soft skills stanno guadagnando maggiore importanza rispetto alle ormai scontate hard skills.