E’ innegabile che la pandemia di COVID-19 e le misure di contenimento connesse si siano fatte sentire anche sul lato dell’offerta e della domanda del mercato, portando a importanti flessioni della produzione economica mondiale.
Riportiamo qui un’interessante analisi di Markforged, sull’effetto del lock down e della pandemia nella produzione manifatturiera connessa ala Stampa 3D.
La Markforged produce stampanti 3D industriali e il software Eiger, un infrastruttura cloud che oltre a consentire ai clienti di accedere e monitorare i loro dispositivi da remoto, ha offerto a Markforged un’insight su come sono state utilizzate le stampanti 3D in questi mesi.
Markforged, con una flotta di oltre 10.000 stampanti 3D industriali in tutto il mondo, offre uno spaccato della situazione per molte realtà produttive in questi mesi di COVID-19, direttamente dal cuore della produzione.
L’attività di Stampa 3D nei primi mesi di pandemia
I due grafici seguenti forniscono una visione della risposta al Coronavirus da febbraio a metà maggio, in tutto il mondo, misurata in base all’attività delle stampanti 3D:
Questo grafico più sotto invece mostra un calo dell’attività mondiale al di fuori della tipica linea, a partire da giovedì 12 marzo, un giorno prima che il Presidente Trump dichiarasse l’emergenza nazionale negli Stati Uniti. L’attività di stampa raggiunge il minimo un paio di settimane dopo, il 24 marzo.
Dalla fine di marzo ad aprile si è verificata una ripresa dell’attività. È stato in questo periodo che hanno preso slancio gli sforzi su larga scala per sfruttare i vantaggi della catena di fornitura digitale nella produzione additiva di dispositivi di protezione personale (DPI).
Un esempio di questa produzione è stato il design di una visiera che Markforged ha sviluppato e convalidato con i medici locali e pubblicato su Eiger il 1° aprile. E’ molto probabile che l’aumento dell’attività in aprile sia stato guidato da questi sforzi. Ciò è supportato dall’attività di stampa relativamente elevata che si è verificata il sabato e la domenica (con un aumento del 140% rispetto all’attività solita).
Il calo più recente, da fine aprile a maggio, è meno chiaro. Da un lato potrebbe dipendere dal fatto che la stampa di DPI è diminuita, lasciando spazio ad una discesa verso il basso dell’attività industriale di base, che costituisce la maggior parte delle attività di stampa degli utenti, per via del forte rallentamento economico.
Stampa 3D a confronto nelle diverse nazioni
Per ottenere una maggiore chiarezza, possiamo focalizzare l’attenzione sull’attività di stampa di sei grandi nazioni industriali che hanno molte stampanti 3D installate (pur avendo stampanti 3D in Cina, purtroppo non è possibile avere su queste informazioni attendibili).
Qui sotto è possibile osservare le fluttuazioni dell’attività di stampa: tra l’80% e il 120% sono normali, mentre le forti escursioni al di fuori della media sono notevoli.
Alcune osservazioni sugli specifici dati nazionali:
- L’Italia è stata la prima nazione dove l’attività è scesa e dove è diminuita maggiormente. L’attività di stampa in Italia ha raggiunto il suo apice il 23 febbraio, e lo stesso giorno in cui l’Europa ha avuto i primi casi, nella regione Lombardia e nei piccoli centri urbani italiani è iniziata la quarantena. L‘8 marzo l’Italia è uscita dal normale trend di attività, e la settimana successiva, quando il governo ha esteso il blocco a livello nazionale, la linea è crollata del 50%.
- L’attività del Giappone è rimasta invariata, anche se in leggero aumento fino a poco tempo fa. Questo si allinea con le notizie secondo cui, per molte settimane la nazione sembrava aver evitato il tipo di epidemia osservata altrove, anche senza sforzi per limitare gli spostamenti e senza i test diffusi. Il governo giapponese ha cambiato rotta il 7 aprile, con Shinzo Abe che ha dichiarato lo stato di emergenza, ma questo non ha avuto grandi effetti sull’attività di stampa 3D. Il brusco calo e la ripresa osservata di recente è probabilmente attribuibile alle chiusure delle aziende per la Golden Week, una serie di festività giapponesi nella prima settimana di maggio.
- Tutta l’attività delle nazioni occidentali è in una nuova fase di declino, con Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Germania che hanno registrato livelli di attività inferiori di circa il 30-40% rispetto ai loro ultimi picchi di recupero. Con molti stati e città che hanno messo in atto diversi gradi di riapertura, sarà interessante vedere quanta attività si riprenderà e quando.
Alcune nazioni sono riuscite ad appiattire la curva di crescita dei contagi, altre no, per cui c’è un’enorme incertezza su come sarà la curva in futuro. Proprio come abbiamo visto dal flusso di dati di Markforged che ha riflettuto un rallentamento iniziale, poi un recupero, ci auguriamo di poter registrare miglioramenti e in generale di poter osservare come le nazioni stanno procedendo con i loro vari piani di riapertura.
Fonte: Blog Markforged