Dal 1987 ad oggi
Già da diversi anni si parla di produzione additiva (AM, Additive Manufacturing) e di stampa 3D e le prime tecnologie di questo tipo sono state introdotte sul mercato nel 1987. A quei tempi, la tecnologia non riusciva a tenere il passo perché gli elementi di supporto, come materiali, software, robotica e soprattutto Internet, non erano ancora stati completamente messi a punto, così molti produttori sono stati costretti a limitare la AM alle sole applicazioni di prototipazione. Ma oggi tutto è cambiato. Con la scadenza dei brevetti e l’abbattimento delle barriere IP, grazie ai nuovi protagonisti del settore le macchine da stampa 3D si stanno diffondendo in modo esponenziale.
Man a mano che vengono identificate e realizzate nuove possibilità e opportunità, vengono costruite anche stampanti 3D capaci di stampare in modo più rapido e affidabile una gamma di materiali molto più vasta. Questo ha fatto sì che molte aziende manifatturiere, nei diversi settori industriali, abbiamo iniziato a introdurre questa rivoluzionaria tecnologia nei propri processi di sviluppo prodotto.
Quali sono i principali cambiamenti che apporta l’AM?
Rispetto alle tecniche di produzione standard o convenzionali, come lo stampaggio a iniezione, che consentono di realizzare una gamma di forme piuttosto limitata, la produzione additiva consente di realizzare forme e progetti che un tempo erano riservate a madre natura o all’immaginazione. Semplificando, inoltre, la produzione delle forme complesse, si semplifica anche quella degli assiemi complessi, determinando una notevole riduzione dei tempi, dei costi e dell’impegno necessari per ottimizzare le parti che contengono numerosi componenti o materiali diversi, inclusi i metalli. Man mano che la stampa 3D multimateriale si evolve, è possibile accedere a nuove miscele che un tempo sembravano impossibili.
La possibilità di stampare on demand con la AM limita l’esigenza di mantenere un magazzino fisico di scorte. Questo permette alle aziende di soddisfare le richieste di parti nuove o personalizzate man mano che le ricevono, anziché essere costretti a prevedere la domanda futura con settimane, mesi o addirittura anni di anticipo.
Un altro importantissimo cambiamento è determinato inoltre dal fatto che l’AM richiede necessariamente competenze nuove e diverse rispetto alla produzione tradizionale, dando quindi origine a nuove professionalità. Infatti, pur offrendo una libertà di progettazione decisamente superiore rispetto al passato, la stampa 3D è accompagnata da una nuova serie di vincoli di progettazione e, presumibilmente, prima di dare inizio alla produzione additiva sono necessarie considerazioni più complesse, pertanto i progettisti e gli operatori hanno un maggiore ruolo decisionale nell’intero processo produttivo.